Pixel Ripped 1995 Recensione del videogame recentemente arrivato anche su Playstation VR2 ad un prezzo consigliato di 19.99 euro dopo la disponibilità su altri dispositivi di realtà virtuale.

Opera del team brasiliano di ARVORE e terzo capitolo della serie dopo 1978 e 1989, PR1995 ci porta in un viaggio nel tempo all’età delle console a 16/32 bit, insomma ai mitici anni ’90, alla prima Playstation in particolare. E quello che ci propone Pixel Ripped è una sorta di film interattivo 3D in cui si racconta una storia più che affrontare una tipica sfida da videogame.

Al di là una trama non memorabile, quello che PR1995 ci propone è un’esperienza completamente emotiva, in cui all’interno dell’esperienza stessa saremo un ragazzino intento a giocare con alcune produzioni videoludiche negli anni ’90 mentre dalla finestra il suo compagnetto gli dice che dovrebbe uscire di casa invece di stare davanti allo schermo e così anche la madre.

Da qui si dipanano tutte altre situazioni da anni ’90 come trovarci in sala giochi, avere a che fare con dei bulli (situazione purtroppo ancora attuale…) e molto altro ancora con i videogiochi che entrano nella realtà “reale” del videogioco che stiamo affrontando per i presupposti della trama.

Insomma, un’esperienza completamente metareferenziale, un modo alternativo di usare la realtà virtuale che, al di là dei limiti tecnici (se pur la versione PSVR2 sia la più performante mai uscita) della produzione (stiamo pur sempre parlando di un titolo indie al 100%) funziona incredibilmente bene grazie a questa intuizione di fondere reale e virtuale in modo davvero originale e ad una serie di citazioni di titoli di quegli anni che indubbiamente avranno un suggestione importante su chi ha vissuto da bambino o da adolescente gli anni ’90.

I limiti di Pixel Ripped 1995? La durata non è eccessiva (circa 3 ore) ma è congrua all’esperienza proposta. Più rilevante invece è la totale mancanza di localizzazione in italiano (neppure i sottotitoli) che potrebbe scoraggiare qualcuno (anche se l’inglese usato è piuttosto basico). Il fatto che non esista una sfida particolarmente elevata risulta essere una conseguenza di proporre un’esperienza che si basa esclusivamente sulle emozioni e secondo la nostra opinione un videogioco può avere anche questa caratteristica ontologica esclusiva.

Pixel Ripped 1995 Recensione PSVR2 – IN CONCLUSIONE
Pixel Ripped 1995 è un vero e proprio omaggio al videogioco e alle emozioni che i gamer hanno provato negli anni ’90. Una sorta di film interattivo arricchito dall’immersione che solo la realtà virtuale può dare. Gli unici due limiti sono rappresentati dalla mancanza di qualsiasi forma di localizzazione in italiano e dal fatto che si tratta di un prodotto di nicchia, adatto a quelli che una volta venivano definiti “hardcore gamers” e di vecchia data e solo per coloro che pensano che un videogioco possa anche solo emozionare e non proporre una sfida particolarmente impegnativa.

VOTO: 8