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Dopo il successo ottenuto su PC, Redout è arrivato proprio in questi giorni anche su Playstation 4 (il formato da noi testato) ed Xbox One in versione Lightspeed Edition (ovvero gioco base più i due DLC precedentemente usciti), pacchettizzata nei negozi. Il videogame è made in Italy non solo per la distribuzione di 505 Games di questa nuova versione ma anche e soprattutto per il team di sviluppo, 34BigThings, che si trova più specificatamente a Torino.
Se ancora non avete mai provato Redout (qui tutte le recensioni italiane della Lightspeed Edition), potreste facilmente pensare che siamo di fronte all’ennesimo clone di Wipeout (ed anche il nome non aiuta di certo…) ma in realtà questo racing, pur prendendo ispirazione dalla serie appena citata così come da F-Zero, riesce sin dalle prime corse ad esprimere una sua forte personalità di cui vi parleremo subito nel prossimo paragrafo.
Redout infatti propone un modello di guida tendenzialmente inedito nei giochi di corse futuristiche. Per muovere il mezzo volante infatti non si dovrà utilizzare soltanto la leva analogica sinistra ma anche quella destra che manovra gli aerofreni, molto importanti in fase di curvatura e nel momento in cui si prende una rampa di notevole dislivello. Ci troviamo così di fronte un gameplay certamente immediato ma che richiede uno sforzo in più di concentrazione ed anche di rinnovamento rispetto a come i videogiocatori sono stati abituati in questo genere negli ultimi 20 anni.
Tutto è simile ai già citati masterpiece di riferimento ma non uguale in Redout. Ad esempio sono presenti anche qui i poteri ma la gestione è molto differente con la scelta di due abilità (una passiva e l’altra attiva) che si pianifica ad inizio gara. Il turbo è sempre presente e sarà da dosare nel modo giusto insieme a prendere in considerazione le capacità di resistenza del vostro mezzo aereo. Dopo un tot di colpi al circuito infatti, se non passerà almeno un determinato periodo di tempo senza botte, il vostro razzo esploderà con inevitabile perdita di tempo.
Lodi a Redout vanno anche allo splendido track design capace ancora una volta di ispirarsi ai suoi predecessori ma di guardare anche oltre con alcune ottime idee innovative. Il concetto può essere traslato anche per le varie modalità di gioco presenti, sia nel single player con la modalità carriera che la fa da padrona con 93 eventi a cui partecipare, che nel multiplayer locale (esclusiva delle versioni console) e online. Quest’ultima rispetto alla versione PC, passa da un massimo di 12 a 6 giocatori in gara al massimo.
Le ultime annotazioni vanno infine alla realizzazione audiovisiva. L’unico aspetto negativo da segnalare è qualche calo nel frame rate, almeno su una Playstation 4 “normale” e non Pro. Niente di particolarmente eclatante ma ovviamente ne avremmo fatto volentieri a meno anche perché per il resto, a cominciare dai fantastici effetti luce fino all’ottima e variegata modellazione dei mezzi, il titolo convince ampiamente anche grazie all’oramai riconosciuta versatilità dell’Unreal Engine 4.
La colonna sonora si muove indubbiamente sui binari giusti con tracce elettroniche capaci di avere un retrogusto etnico, perfette per rimanere letteralmente ipnotizzati davanti allo schermo.
IN CONCLUSIONE
Redout già su PC aveva ampiamente convinto e questa nuova edizione per Playstation 4 ed Xbox One al netto di differenze non troppo marcate, conferma la sua capacità di prendere a piene mani la tradizione dei vari Wipeout ed F-Zero a cui sommare una forte impronta innovativa a cominciare dal sistema di guida che definire rivoluzionario è forse troppo, ma che sicuramente modifica profondamente le caratteristiche dei racing games futuristici degli ultimi 20 anni. Se non l’avete giocato su PC, questa Lightspeed Edition su console è proprio da non perdere, a patto ovviamente di amare la velocità delle corse futuristiche.
VOTO: 8.5
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