Elden Ring Recensione di uno dei titoli più attesi di sempre. Le altissime aspettative saranno state rispettate? Scopriamolo insieme! Disponibile per console Playstation (la versione da noi testata, più precisamente su PS5), Xbox e PC, la nuova produzione di FromSoftware pubblicata in Italia da Bandai Namco, aveva come intento quello di proporre le dinamiche ben note dei suoi “Souls” in un contesto più open world e che, stando agli sviluppatori, avrebbe dovuto essere anche meno restrittivo come soglia di accesso per chi trova le loro produzioni troppo difficili. Possiamo dirvi sin da ora che il primo obiettivo è stato ampiamente raggiunto, il secondo assolutamente no.
Prima di continuare comunque, vi ricordiamo che le recensioni dei principali siti di videogiochi italiane, le abbiamo aggregate nella nostra scheda del gioco in cui trovate anche la votazione media a cui contribuisce ovviamente anche la nostra di review.
Visto che per Elden Ring, FromSoftware ha voluto fare le cose in grande, il team nipponico ha chiesto la collaborazione niente meno che di George R.R. Martin, lo scrittore fantasy vivente più famoso e amato al mondo. Basta dirvi che dai suoi scritti, per chi non lo sapesse, è nata la serie TV cult de Il Trono di Spade. L’universo immaginifico creato dall’autore è meraviglioso, riuscendo a fare da ponte alle tradizioni occidentali ed orientali del genere. Venire a capo però di tutti i misteri, le sottotrame e quant’altro non sarà affatto semplice proprio per la natura aperta (per qualcuno anche fin troppo) e non lineare del gioco.
Sarà responsabilità del giocatore dunque andare a cercare frammento su frammento delle informazioni necessarie a ricostruire un quadro d’insieme pazzesco quando tutti (o quasi) i tasselli del mosaico saranno finalmente congiunti ma vi assicuriamo che l’operazione non sarà affatto semplice.
Come detto, abbiamo trovato Elden Ring ancora più difficile e arcigno dei suoi predecessori per tante ragioni. Se pur inizialmente la curva di difficoltà sembra meno ripida del solito, in realtà poi l’equilibratura del nostro alter ego potrebbe rivelarsi non corretta per il nostro tipo di gioco dopo molte ore e magari dovremo sobbarcarci un reset di quanto fatto fino a quel momento vista l’impossibilità di proseguire.
Anche le scelte che prenderà il giocatore faranno andare la storia e la difficoltà del gioco verso direzioni diverse e questo ovviamente può spaventare e molto visto che serviranno MOLTE decine di ore per “completare” il gioco o per meglio dire la linea narrativa principale.
Se avrete la voglia ed il coraggio di affrontare Elden Ring però sarete premiati con un intreccio narrativo straordinario insieme a personaggi magnificamente caratterizzati, un level design ed anche un mission design semplicemente sensazionale anche per quanto riguarda i minimi dettagli.
E poi ovviamente c’è il gameplay, come detto “cattivo” e punitivo ma anche in grado di darci enormi soddisfazioni quando riusciremo a progredire in questo mondo ostile e aperto. Non si può che rimanere poi estasiati da un combat system capace di adattarsi alle volontà strategiche di ogni giocatori a seconda della classe scelta e del modo con cui combattere. Ogni scelta ovviamente ha pro e contro e starà a noi capire come sfruttare al massimo i primi e limitare gli effetti dei secondi, apprendendo di combattimento in combattimento le scelte più giuste.
Per quanto riguarda l’aspetto visivo bisogna fare un distinguo netto. Sul fronte estetico, Elden Ring è tra le cose più “belle” viste in ambito videoludico di sempre. Ambientazioni, bestiario, personaggi: ogni elemento ha un appeal elevatissimo che farà impazzire i fan dei Souls e più in generale sarà apprezzato da tutti coloro che hanno un minimo di empatia con il genere fantasy.
Sotto il profilo dei “freddi numeri” però ER palesa sia la sua natura cross-generazionale sia il fatto di essere entrato in produzione nell’oramai lontano 2017. Per essere chiari: Elden Ring è bello anche da vedere ma in maniera paradossale non arriva, lo ribadiamo sul fronte dei freddi numeri, alla qualità della remaster di Demon’s Souls uscita su Playstation 5 che appunto è stata però pensate solo per una console next generation.
Come capita oramai sempre più spesso, anche Elden Ring ci consente di scegliere fra fluidità a 60 fotogrammi e risoluzione dinamica oppure l’immagine inchiodata a 4K ma con frame rate ridotto. Noi consigliamo CALDAMENTE anche per un netto miglioramento nei combattimenti la prima opzione anche se è sempre il gusto personale alla fine a decretare la scelta preferibile.
Per quanto riguarda infine il sonoro, invece non ci si può che sperticare le mani di applausi per un numero impressionante di tracce musicali sempre di pregevole fattura. Anche tutti gli effetti ambientali sono stati realizzati con cura certosina. Per quanto riguarda infine i dialoghi, non è presente il doppiaggio in italiano: nel nostro idioma sono presenti i sottotitoli con cui seguire l’eccellente interpretazione in inglese.
Elden Ring Recensione – IN CONCLUSIONE
Come scritto in apertura, l’obiettivo di FromSoftware di utilizzare le coordinate dei suoi “Souls” in ambito open world è stato pienamente raggiunto: Elden Ring è davvero un mondo aperto incredibilmente affascinante ed inquietante dove perdersi per un numero mostruoso di ore e dove l’universo immaginifico di George R.R. Martin vien fuori di frammento in frammento che sta al giocatore recuperare. Missione fallita invece sul fronte della maggiore adattabilità: ER non solo è difficile e tosto come i suoi predecessori ma ancor meno lineare sotto ogni aspetto e dunque noi vi avevamo avvisato nel caso in cui poi lo troviate troppo arcigno. Questo è il suo unico, soggettivo, limite insieme ad una realizzazione tecnica poco next gen. Per il resto siamo di fronte ad una produzione INCREDIBILE e che sarà il paradigma per anni di un certo tipo di produzioni videoludiche.
Elden Ring Recensione – VOTO: 9.5