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In origine fu Shen Mue, titolo sviluppato da Sega per il caro vecchio Dreamcast nel 1999. Quel titolo fu amatissimo dal pubblico, nonostante la (o forse proprio grazie alla) sua natura particolare che lo rendeva più simile ad un passatempo che ad un videogioco vero e proprio.
Grazie al successo ottenuto, Sega sviluppò un seguito; la saga di Yakuza prese spunto proprio dal gameplay e dall’impostazione di Shen Mue per raccontare però una nuova storia con nuovi protagonisti. Il titolo ebbe così successo che ora siamo in attesa di giocare al sesto capitolo durante i primi mesi del 2018 mentre ad inizio dell’anno in corso è arrivato il capitolo 0, vero e proprio prequel della saga che ha segnato il debutto della serie su Playstation 4.
Kiwami (qui tutte le recensioni italiane) è invece il remake del primo capitolo della serie, riveduto e corretto con 30 minuti di filmati in più e vari miglioramenti che andremo ad elencare nei prossimi paragrafi.
Per chi non conoscesse bene la serie, possiamo dire che il gameplay di Yakuza Kiwami è un mix tra combattimento, esplorazione freeroaming (alla GTA, per capirsi) e gioco di ruolo. La fase che riguarda il combattimento è la più corposa e sicuramente la più sviluppata ed è basata su di un sistema di combo molto ben collaudato qui ulteriormente migliorato. Poi, a parte le missioni che vi faranno progredire nella trama, ce ne sono molte altre che oseremmo definire tipo passatempo: biliardo, freccette, bowling, karaoke, bische e davvero molto altro. Per chi ha voglia di intrattenersi in queste attività, il gioco rischia di diventare davvero (quasi) infinito, portando il counting sulle decine (e decine, e decine) di ore di gioco.
Tra una missione e l’altra verrete “interrotti” (ma sono interruzioni piacevoli) da lunghissimi filmati, realizzati con la grafica del gioco migliorata soprattutto a livello di texture. Tali filmati sono talmente tanti e talmente tanto lunghi che spesso starete a guardarli per delle mezz’ore intere. Ma sono il cuore pulsante di Yakuza, perché è proprio attraverso di essi che la trama viene superbamente raccontata. Peccato che non è presente il doppiaggio italiano; ci si deve accontentare quindi dei sottotitoli in inglese.
A livello tecnico, nonostante la sua natura di remake, il gioco è ben sviluppato, con personaggi realizzati egregiamente e ambienti ben dettagliati e caratterizzati. Il character design la fa veramente da padrone, tutto è realizzato davvero con un occhio estetico che farà la gioia di chi è cresciuto a pane e cartoni animati giapponesi. Il sonoro non è da meno, con musiche eccezionali che ben sottolineano le varie scene, soprattutto quelle maggiormente commoventi. Il titolo presenta i dialoghi esclusivamente in giapponese ma sono ovviamente presenti i sottotitoli in inglese.
IN CONCLUSIONE
Yakuza Kiwami, remake del primo capitolo della serie disponibile in esclusiva per Playstation 4, non è sicuramente un titolo per tutti, sia per la consuete e scontata mancata localizzazione in italiano che per la sua natura spiccatamente nipponica. Detto questo, chi ama da anni la saga o comunque ha un debole per l’estremo oriente non dovrebbe assolutamente farselo sfuggire visto che rappresenta una incredibile immersione nell’estetica nipponica di fine anni ’80 tanto amata anche da una parte del pubblico occidentale ed il lavoro svolto in fase di remake è assolutamente apprezzabile.
VOTO: 8.5